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IL NUOVO DISORDINE MONDIALE AVANZA

Archivio Primo Moroni ─ Calusca City Lights ─ CSOA Cox 18
via Conchetta 18 – Milano (MM2 Romolo, bus 90/91 e 47, tram 3)

Sabato 2 marzo ore 17.30

 

IL NUOVO DISORDINE MONDIALE AVANZA

 

AUMENTO DEI CONFLITTI

Ucraina, Russia, Palestina – Israele, Mar Rosso – Yemen,
Libano, Tigray, Sudan, Siria, Iraq, Rojava, …

 

LE SPESE MILITARI IN CRESCITA

(USA 812, Nato-Europa – senza Turchia 313,
Cina 298, India 81, Russia 72, Miliardi di USD)

 

RUOLO DELL’ITALIA NEL NODO
MEDIORIENTALE E MEDITERRANEO

56 Missioni Militari all’estero oltre 1,4 miliardi nel 2023

 

IL DISFATTISMO

è l’unica possibilità per affrontare l’aut aut o socialismo o barbarie.

 

a cura del
“Centro di documentazione contro la guerra”

qui potete trovare il podcast dell’incontro

https://archive.org/details/il-nuovo-disordine-mondiale-avanza-02-03-2024

 

 

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23-2 Sciopero contro le guerre, 24-2 giornata internazionale di azione contro le guerre

Venerdì 23 febbraio sciopero generale contro le guerre

Sabato 24 febbraio giornata internazionale di azione contro le guerre del capitale

in Italia manifestazione nazionale a Milano, Piazzale Loreto ore 14:30

PARTECIPIAMO, MOBILITIAMOCI.

  Non siamo certo noi a poter garantire un’ampia partecipazione alle due giornate di mobilitazione contro la guerra indette per il 23 e il 24. Ma abbiamo dato la nostra adesione e invitiamo a parteciparvi, partendo dalla constatazione che, almeno qui in Italia, le iniziative antimilitariste e disfattiste contro la guerra in Ucraina sono andate via via scemando. Sempre rimanendo nel “Bel Paese”, ugualmente abbiamo visto scemare la partecipazione alle manifestazioni settimanali contro la pulizia etnica in corso a Gaza, in particolare modo dei militanti di origine italiana.

  D’altra parte non possiamo che registrare sconsolatamente come il “milieu”, genericamente definibile antagonista, sia in massima parte incapace di lavorare per dare vita ad un polo di aggregazione di una mobilitazione radicale e disfattista contro le guerre. Piuttosto che cercare di convergere su scadenze comuni a partire dalle guerre in corso in cui il capitalismo italiano è pressoché direttamente impegnato, con una scelta “bipartisan” di centro destra e centro sinistra, vediamo che ciascuno preferisce dedicarsi a mobilitazioni in proprio, meglio se locali e decentrate, di cui possa rivendicare l’unicità, la “rivoluzionarietà” e il copyright. Indubbiamente vengono sollevati temi importanti e necessari, come, a solo titolo di esempio, la militarizzazione delle scuole, le servitù militari, …. e pure condotte iniziative necessarie come il blocco del traffico d’armi nei porti, il boicottaggio di aziende collegate direttamente a Israele e alla sua apartheid, la mobilitazione contro fiere belliche, ….

  Ma “non si pensa in grande”, a collegare stabilmente temi e iniziative per cominciare a gettare le basi di una “cultura politica” disfattista e antimilitarista che vada oltre … i soliti noti.

  Per questo, invitandovi nuovamente a partecipare, perché in qualche modo la quantità di iniziative può favorire la loro qualità, facciamo seguire qualche ragionamento, veloce e sicuramente incompleto, sull’Ucraina e sulla Palestina (in coda una tabella sul traffico d’armi Italia – Israele).

…….

continua qui: La guerra che verrà: Due giornate di lotta contro le guerre, Ucraina, Palestina

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Contro la pulizia etnica della Palestina – fonti

Against the ethnic cleansing of Palestine – sources

 

Sotto l’elenco e i riferimenti di immagini, tabelle, pubblicazioni, siti  …. usati e/o citati nella relazione del 15-11-2023 / Below the list and references of images, tables, publications, sites …. used and/or quoted in the report of Nov 15th 2023

 

– Immagine a 360° della distruzione a Gaza / 360° picture of the destruction in Gaza:  da/from “Israel’s attacks on Gaza: The weapons and scale of destruction”,  Hanna Duggal, Mohammed Hussein, Shakeeb Asrar https://www.aljazeera.com/news/longform/2023/11/9/israel-attacks-on-gaza-weapons-and-scale-of-destruction

 

– Cartina dell’evoluzione della frammentazione e conquista sionista della Palestina dal 1917 / Map of the evolution of the Zionist fragmentation and conquest of Palestine since 1917, da/from Atlanteguerre (sotto/below, www.atlanteguerre.it/notizie/dossier-hamas-jihad-islamica-e-fatah-una-breve-guida/)

 

– Tabella degli uccisi (palestinesi e israeliani) dal settembre 2000 (IIª Intifada) al 6 ottobre 2023 / Table of the killed (Palestinians and Israelis) from September 2000 (2nd Intifada) until 6 October 2023 da/from “B’Tselem’s fatalities database” https://statistics.btselem.org/en/all-fatalities/by-date-of-incident?section=overall&tab=overview

 

– Tabella dei detenuti palestinesi (condannati o in attesa di giudizio, in detenzione amministrativa – senza accuse o condanna -, per ingresso “illegale” in Israele / Table of Palestinian detainees (convicted or awaiting trial, in administrative detention – without charge or conviction – for “illegal” entry into Israel) da/from  “B’Tselem’s Detainees and prisoners database”   https://www.btselem.org/statistics/detainees_and_prisoners

 

– Tabella sugli insediamenti di Israele in Cisgiordania / Table on Israeli settlements in the West Bank, da/from “Escalation Israele-Palestina: 12 grafici per capire come siamo arrivati fin qui” di ISPI

 

– Tabella delle vittime della guerra di Gaza / Table of victims of the Gaza war, da/from “Israel-Gaza war in maps and charts: Live Tracker” di AJLabs

 

– Mappa della frammentazione territoriale della Palestina con gli Accordi di Oslo / Map of the territorial fragmentation of Palestine with the Oslo Agreements, da/from “Conquer and divide” di B’Tselem
Mappa dinamica che illustra la frammentazione e l’espropriazione della Palestina dal 1967 ai nostri giorni, fondamentale.
Dynamic map illustrating the fragmentation and dispossession of Palestine from 1967 to the present day, fundamental.

 

– Gideon Levy, “Perché noi israeliani conviviamo con questa brutale realtà” / “Why we Israelis live with this brutal reality”, testo in italiano e video (inglese e sottotitoli francesi / Italian text and video (English and French subtitles) https://www.anbamed.it/2023/11/10/gideon-levy-perche-noi-israeliani-conviviamo-con-questa-brutale-realta/
(una fulminante dichiarazione dell’editorialista di Haaretz, gli israeliani convivono con questa realtà grazie a tre principi: il popolo eletto di Israele, la vittimizzazione degli israeliani, la disumanizzazione dei palestinesi)
(a fulminating statement by the Haaretz columnist, Israelis live with this reality thanks to three principles: the chosen people of Israel, the victimisation of Israelis, the dehumanisation of Palestinians)

 

–  video dove coloni e soldati israeliani torturano lavoratori di Gaza arrestati senza nessuna colpa, se non essere palestinesi. (23 secondi “pesanti”) / A video where Israeli settlers and soldiers are torturing Gaza workers arrested through no fault of their own, other than being Palestinian. (23 ‘heavy’ seconds)
 
Ilan Pappè, La pulizia etnica della Palestina, Roma, 2008. The Ethnic Cleansing of Palestine, 2007
Ilan PappèLa prigione più grande del mondo. Storia dei Territori Occupati, Roma, 2022. The Biggest Prison on Earth: A History of the Occupied Territories, 2016.
Ilan PappèCari amici israeliani, ecco perché sostengo i palestinesi, 11-10-2023, https://it.palestinechronicle.com/ilan-pappe-cari-amici-israeliani-ecco-perche-sostengo-i-palestinesi/
Lo storico israeliano che ha ricostruito la pulizia etnica della Palestina dal progetto iniziale del 1948 ai giorni nostri e di come Israele abbia trasformato Gaza e la Cisgiordania in una grande prigione a cielo aperto. / The Israeli historian who reconstructed the ethnic cleansing of Palestine from the initial project in 1948 to the present day and how Israel has turned Gaza and the West Bank into one big open-air prison.

 

Pagine Esteri, Guerra. Voci da Gaza, 10-11-2023
(traduzione / translation da/from Insaniyyat, Society of Palestinian Anthropologists)

 

Nadav Weiman (Breaking the Silence), But what’s actually happening on the ground?
(Sulla “Dottrina Dahiya”, il terrorismo di stato dell’esercito israeliano / On the “Dahiya Doctrine”, the state terrorism of the Israeli Arm)

 

Fronte democratico per la liberazione della Palestina, Movimento di resistenza islamica Hamas, Movimento del Jihad islamico, Fronte popolare per la liberazione della Palestina, Comando generale del Fronte popolare per la liberazione della PalestinaDichiarazione rilasciata dalle 5 forze della resistenza palestinese il 29 ottobre 2023
Statement issued by the 5 Palestinian resistance forces on 29 October 2023 https://www.lahaine.org/mm_ss_mundo.php/declaracion-publicada-por-las-5 (spanish)

 

Popular Front for the Liberation of Palestine – Central Media DepartmentThe Palestinian resistance in the Gaza Strip, with all its military wings, is fighting the battle according to a strategy designed to exhaust the enemy forces and achieve victory for our people. This war will not end except with a victory for the resistance, 10-11-2023, https://t.me/pflpgaza1/13432
Popular Front for the Liberation of Palestine – Central Media DepartmentThe PFLP calls on the Arab-Islamic Summit to make decisive and bold decisions to stop the aggression on the Gaza Strip, 11-11-2023, https://t.me/pflpgaza1/13437

 

HamasA Document of General Principles & Policies, 2017
il sito di Hamas non è più raggiungibile, il documento può essere trovato qui / the Hamas website is no longer accessible, the document can be found here https://palwatch.org/page/12202
Palestinian Media Watch: è un sito israeliano, contro i palestinesi / is an Israeli, anti-Palestinian site
Be Confident, Our People’Abu Obeida (portavoce delle / spokesman for the Brigate Al-Qassam), 28-10-2022, https://www.palestinechronicle.com/be-confident-our-people-this-is-what-abu-obeida-said-in-latest-statement/

 

Bezalel SmotrichIsrael’s Decisive Plan, 7-9.2017
(il “piano” di pulizia etnica dei palestinesi dell’attuale ministro delle finanze israeliano / the “plan” for the ethnic cleansing of the Palestinians by the current israeli finance minister)

 

Benjamin Netanyahu, sul diritto inalienabile ed esclusivo su tutto Israele del popolo ebraico, post su X del 18-12-2022, citato da Ori Givati (presidente di Breaking the Silence) in Ho combattuto per Israele, ora combatto per porre fine all’occupazione permanente dei Territori Palestinesi, 9-2-2023, https://centrodidocumentazionecontrolaguerra.noblogs.org/voci-da-israele-sulle-mobilitazioni-contro-netanyahu/. On the inalienable and exclusive right over all Israel of the Jewish people, post on X of 18-12-2022, quoted by Ori Givati (president of Breaking the Silence) in I fought for Israel, now I’m fighting to end the permanent occupation of the Palestinian Territories, 9-2-2023, https://www.thedailybeast.com/ex-idf-soldier-i-fight-to-end-israels-occupation

 

Yair Lapid, a capo dell’opposizione israeliana, sulla necessità di non dare l’uguaglianza nazionale agli arabi /  head of the Israeli opposition, on the need to not give national equality to the Arabs, citato/quoted in: B’Tselem,“Not a ‘vibrant’ democracy this is apartheid”, ottobre 2022, https://www.btselem.org/publications/202210_not_a_vibrant_democracy_this_is_apartheid

 

 
B’Tselem – The Israeli Information Center for Human Rights in the Occupied Territories
Pubblica un’enorme mole di notizie e dati contro l’occupazione israeliana / Publishes a huge amount of news and data against the Israeli occupation

 

Breaking the Silence
L’organizzazione dei veterani israeliani il cui obiettivo è porre fine all’occupazione dei Territori / The organisation of Israeli veterans whose goal is to end the occupation of the Territories

 

Popular Front for the Liberation of Palestine – Central Media Department
Canale Telegram del Fronte Popolare di Liberazione Palestinese (arabo e inglese)

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Contro la pulizia etnica della Palestina – incontro

Archivio Primo Moroni ─ Calusca City Lights ─ CSOA Cox 18
via Conchetta 18 – Milano (MM2 Romolo, bus 90/91 e 47, tram 3)

Mercoledì 15 novembre 2023 ore 20.30

Contro la pulizia etnica della Palestina

Against the ethnic cleansing of Palestine
Contre le nettoyage ethnique de la Palestine

 

     L’ipocrisia occidentale, in questi giorni, ha raggiunto livelli e toni da vera e propria propaganda di guerra. Con il “la” dato dal sionismo e da Israele, “il mondo democratico” occidentale collabora a cancellare anche la sola esistenza dei palestinesi.

     Finge preoccupazione per le conseguenze sui “civili” con l’ingresso dell’esercito israeliano a Gaza, in realtà è impensierito dalla non remota possibilità che il conflitto si estenda oltre Gaza e la Palestina, divenendo un ulteriore fattore di disgregazione nel quadro del “nuovo disordine mondiale”.

Con un collegamento dalla Palestina

With a connection from Palestine – Avec un lien de la Palestine

 

a cura del “Centro di documentazione contro la guerra”

 

Qui trovate il link al podcast dell’incontro / Here is the link to the podcast of the meeting

https://archive.org/details/contro-la-pulizia-etnica-della-palestina-15-11-2023

Qui  i riferimenti di immagini, tabelle, pubblicazioni, siti usati nella relazione
Here the references of images, tables, publications, sites used in the report 

Against the ethnic cleansing of Palestine

Western hypocrisy these days has reached levels and tones of genuine war propaganda. With the word given by Zionism and Israel, the Western “democratic world” is collaborating in the erasure of the very existence of the Palestinians.

It feigns concern about the consequences for “civilians” of the Israeli army’s entry into Gaza, when in reality it is alarmed at the not inconsiderable possibility of the conflict spreading beyond Gaza and Palestine, becoming a further disruptive factor in the “new world disorder”.

 

Contre le nettoyage ethnique de la Palestine

L’hypocrisie occidentale, ces jours-ci, a atteint des niveaux et des tons de véritable propagande de guerre. Avec le «la» donné par le sionisme et Israël, le «monde démocratique» occidental collabore à l’effacement de l’existence même des Palestiniens.

Il feint de s’inquiéter des conséquences sur les «civils» de l’entrée de l’armée israélienne à Gaza, alors qu’en réalité, il s’alarme de la possibilité non négligeable que le conflit s’étende au-delà de Gaza et de la Palestine, devenant un facteur de perturbation supplémentaire dans le «nouveau désordre mondial»

 

Nostri materiali sulla Palestina – Our materials on Palestine – Notre matériel sur la Palestine

17 -10-2023 Dalla parte delle masse palestinesi
https://centrodidocumentazionecontrolaguerra.noblogs.org/dalla-parte-delle-masse-palestinesi/

On the side of the Palestinian masses
https://centrodidocumentazionecontrolaguerra.noblogs.org/du-cote-des-masses-palestiniennes/

Du côté des masses palestiniennes
https://centrodidocumentazionecontrolaguerra.noblogs.org/on-the-side-of-the-palestinian-masses/

27-04-2023 La crisi israeliana nel terremoto sociale e politico dell’area euromediterranea cerniera del nuovo “disordine mondiale”. Intanto l’oppressione dei palestinesi continua …
https://archive.org/details/la-crisi-israeliana-nel-terremoto-sociale-e-politico-dellarea-euromediterranea-c
(podcast dell’iniziativa)

27-04-2023 Materiali preparatori e di informazione per l’incontro La crisi israeliana, Voci da Israele https://centrodidocumentazionecontrolaguerra.noblogs.org/materiali/la-crisi-israeliana/

21-04-2023 La crisi israeliana e la Palestina. Intervista a Michele Giorgio, corrispondente da Gerusalemme de Il Manifesto e direttore di Pagine Esteri.
https://archive.org/details/intervistaMicheleGiorgio21-4-2023
(podcast dell’intervista)

Febbraio 2021 Lettera Shministiyot 2021 in La guerra che verrà, La guerra che verrà Febbraio 2021
(pdf)

20/04/2018 Gaza. Rompere i muri d’una prigione a cielo aperto
https://cox18stream.noblogs.org/files/2018/04/GazaRompereIMuri_A_20-04-2018.mp3
https://cox18stream.noblogs.org/files/2018/04/GazaRompereIMuri_B_20-04-2018.mp3
(podcast dell’iniziativa)

 

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On the side of the Palestinian masses

Against the ethnic cleansing of Palestine

Western hypocrisy these days has reached levels and tones of genuine war propaganda. With the word given by Zionism and Israel, the Western “democratic world” is collaborating in the erasure of the very existence of the Palestinians. It feigns concern about the consequences for “civilians” of the Israeli army’s entry into Gaza, when in reality it is alarmed at the not inconsiderable possibility of the conflict spreading beyond Gaza and Palestine, becoming a further disruptive factor in the “new world disorder”.

The call to arms against Hamas, launched by both the “left” and the right (1), would like to conceal 75 years of ethnic cleansing against the Palestinians by Zionism and the Israeli State.

It would like to hide 75 years of apartheid, repression, expulsion from the territory, theft and/or destruction of land and homes, imprisonment and detention often without trial, checkpoints, walls, double legislation (one for the Israelis, one for the Palestinians, the latter under the military boot), murders and executions at home, in the street, regardless of gender, age, armed or unarmed; armed settlers who, in violation of the same Israeli laws, occupy Palestinian areas by force, immediately supported by the army; international agreements signed and immediately trampled on and ignored; systematic violation of UN resolutions, etc.

But today, all Palestinians must also pay because Hamas, through its attack, has defied the Israeli oppressor and demonstrated that it is not invincible; it has reminded us that the Palestinians are there, that they exist, and that there is no solution without them other than their genocide.

The exclusion and denial of the Palestinians is the fundamental characteristic of international diplomatic initiatives for peace in the Middle East in recent years, including those led by Arab countries “friendly” of the Palestinian cause.

To the “beautiful souls” who defend democratic values only for some, who are indignant at the barbarity of others, but above all to those who care about the cause of Palestine and the exploited, we say that we make no secret of the fact that Hamas, with the attack of October 7, is also responsible for the same, complementary barbarity as that of the Israelis, for example in the assault on the “Nova Festival” rave.

Hamas is a reactionary political organization, opposed to social emancipation, but which represents and organizes Palestinians in Gaza and elsewhere against Israeli colonial oppression. It would be foolish to ask Hamas to be communist and internationalist, to fight to establish a very difficult link between Palestinian proletarians and oppressed and Israeli proletarians, for a common liberation, which is the Gordian knot of the Palestinian question.

Islamic nationalists, like Zionist nationalists, are the bitter enemies of this revolutionary, solidarity-based and internationalist perspective. And it is in this class perspective that the choices and strategies of those fighting to promote a more advanced front for all the oppressed must be assessed and addressed.

What matters to us today is to reaffirm the need to stand resolutely and unconditionally by the side of the Palestinian masses, in the full knowledge that Zionism and the capitalist State of Israel are leading Israelis and Palestinians to ruin, in a spiral of death and bloodshed. It’s time to put an end to it.

Announcing the preparation of a public initiative on Palestine (2023-11-15), both face-to-face and online, and the publication of a number of positions taken by Israelis and Jews against Israel and its policies, which go in the same direction as what we advocate, we end by quoting the post of an Israeli, commenting on an article by Gideon Levy published in the Israeli newspaper Haaretz.

The October 14 post is by an Israeli called Hirsch. We can’t know if its author has actually been where he says he has, but the meaning is nevertheless deeply acceptable, if a different perspective isn’t established in Israel and an end is not put to colonialism, Zionism, the oppression of the Palestinians.

“The unfolding flattening of the Gaza Ghetto calls to mind the flattening of the Warsaw Ghetto 80 years ago. It happened while I was a sitting duck with a yellow star in the Dachau KZ. I survived only to to come to the same conclusion as Gideon Levy in this article: “We haven’t learned a thing”. And I’d add: “And we never will”. It looks like we’ll have to resign from the human race. That’s it, that’s all.” (2)

Capitalism, its States, its leaders (of all colors) are leading humanity to catastrophe, if the international proletariat doesn’t stop them, by rebelling against them. Let’s not forget that if bombs are falling on Gaza today, they are directed against all the oppressed.

Notes:

(1) Even the heirs of the anti-Semitic and fascist magazine La Difesa della razza (“The Defense of the Race”), a racist magazine published from 1938 to 1943, of which Giorgio Almirante, founder of the MSI, was editorial secretary, are involved in the campaign; among them, anti-Arabism and anti-Islamism are today far more deeply rooted than anti-Judaism.

(2) https://www.haaretz.com/opinion/2023-10-09/ty-article-opinion/.premium/israel-cant-imprison-2-million-gazans-without-paying-a-cruel-price/0000018b-1476-d465-abbb-14f6262a0000

Thanks to The Friends of the Class War & We Start From Here for the translation

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Du côté des masses palestiniennes

Contre le nettoyage ethnique de la Palestine

L’hypocrisie occidentale, ces jours-ci, a atteint des niveaux et des tons de véritable propagande de guerre. Avec le «la» donné par le sionisme et Israël, le «monde démocratique» occidental collabore à l’effacement de l’existence même des Palestiniens. Il feint de s’inquiéter des conséquences sur les «civils» de l’entrée de l’armée israélienne à Gaza, alors qu’en réalité, il s’alarme de la possibilité non négligeable que le conflit s’étende au-delà de Gaza et de la Palestine, devenant un facteur de perturbation supplémentaire dans le «nouveau désordre mondial».

«L’appel aux armes» contre le Hamas, lancé à la fois par la «gauche» et la droite (1), voudrait dissimuler 75 ans de nettoyage ethnique contre les Palestiniens par le sionisme et l’État israélien.

Il voudrait cacher 75 ans d’apartheid, de répression, d’expulsion du territoire, de vol et/ou de destruction de terres et de maisons, d’emprisonnement et de détention souvent sans procès, de checkpoints, de murs, de double législation (une pour les Israéliens, une pour les Palestiniens, cette dernière sous la botte militaire), de meurtres et d’exécutions à domicile, dans la rue, sans distinction de sexe, d’âge, armés ou non armés; des colons armés qui, en violation des mêmes lois israéliennes, occupent les zones palestiniennes par la force, immédiatement soutenus par l’armée; des accords internationaux signés et immédiatement piétinés et ignorés; de la violation systématique des résolutions de l’ONU, etc.

Mais aujourd’hui, tous les Palestiniens doivent aussi payer parce que le Hamas, par son attaque, a défié l’oppresseur israélien et démontré qu’il n’est pas invincible; il a rappelé que les Palestiniens sont là, qu’ils existent, et qu’il n’y a pas d’autre solution sans eux que leur génocide.

L’exclusion et la négation des Palestiniens est la caractéristique fondamentale des initiatives diplomatiques internationales pour la paix au Moyen-Orient de ces dernières années, y compris celles menées par les pays arabes «amis» de la cause palestinienne.

Aux «belles âmes» qui ne défendent les valeurs démocratiques que pour certains, qui s’indignent de la barbarie des autres, mais surtout à ceux qui se soucient de la cause de la Palestine et des exploités, nous disons que nous ne cachons pas que le Hamas, avec l’attaque du 7 octobre, est aussi responsable de la même barbarie, complémentaire, que celle des Israéliens, par exemple dans l’assaut contre la rave du « Nova Festival ».

Le Hamas est une organisation politique réactionnaire, opposée à l’émancipation sociale, mais qui représente et organise les Palestiniens de Gaza et d’ailleurs contre l’oppression coloniale israélienne. Il serait stupide de demander au Hamas d’être communiste et internationaliste, de lutter à l’établissement d’un lien très difficile entre les prolétaires et opprimés palestiniens et les prolétaires israéliens, pour une libération commune, ce qui est le nœud gordien de la question palestinienne.

Les nationalistes islamiques, comme les nationalistes sionistes, sont les ennemis acharnés de cette perspective révolutionnaire, solidaire et internationaliste. Et c’est dans cette perspective de classe que doivent être évalués et abordés les choix et les stratégies de ceux qui luttent pour promouvoir un front plus avancé de tous les opprimés.

Ce qui nous importe aujourd’hui, c’est de réaffirmer la nécessité de se ranger résolument aux côtés des masses palestiniennes, sans condition, sachant pertinemment que le sionisme et l’État capitaliste d’Israël conduisent Israéliens et Palestiniens à la ruine, dans une spirale de mort et d’effusion de sang. Il est temps d’y mettre un terme.

Annonçant la préparation d’une initiative publique sur la Palestine (15-11-2023), en présentiel et en ligne, et la publication de quelques prises de position d’Israéliens et de Juifs contre Israël et sa politique, qui vont dans le même sens que ce que nous préconisons, nous terminons en citant le post d’un Israélien, commentant un article de Gideon Levy publié dans le journal israélien Haaretz.

Le post du 14 octobre est celui d’un Israélien appelé Hirsch, nous ne pouvons pas savoir si son auteur a réellement été là où il le dit, mais le sens est néanmoins profondément acceptable, si une perspective différente n’est pas établie en Israël et s’il n’est pas mis fin au colonialisme, au sionisme, à l’oppression des Palestiniens.

«La destruction progressive du ghetto de Gaza me rappelle la destruction du ghetto de Varsovie il y a 80 ans. Cela s’est produit alors que j’étais une cible facile avec une étoile jaune à Dachau KZ. Je n’ai survécu que pour arriver à la même conclusion que Gideon Levy dans cet article : «Nous n’avons rien appris». Et j’ajoute : « Et nous n’apprendrons jamais rien ». Il semble que nous devions démissionner de la race humaine. C’est tout, c’est vraiment tout.»(2)

Le capitalisme, ses Etats, ses dirigeants (toutes couleurs confondues) mènent l’humanité à la catastrophe, si le prolétariat international ne les arrête pas, en se rebellant contre eux. Rappelons que si les bombes tombent aujourd’hui sur Gaza, elles sont dirigées contre tous les opprimés.

Notes :
(1) Même les héritiers de la revue antisémite et fasciste La Difesa della razza («La défense de la race»), revue raciste publiée de 1938 à 1943, dont Giorgio Almirante, fondateur du MSI, était le secrétaire de rédaction, sont engagés dans la campagne; parmi eux, l’anti-arabisme et l’anti-islamisme sont aujourd’hui bien plus enracinés que l’antijudaïsme.

(2) https://www.haaretz.com/opinion/2023-10-09/ty-article-opinion/.premium/israel-cant-imprison-2-million-gazans-without-paying-a-cruel-price/0000018b-1476-d465-abbb-14f6262a0000

Merci à Les amis de la guerre des classes & Nous partons d’ici, pour la traduction

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Dalla parte delle masse palestinesi

Contro la pulizia etnica della Palestina

L’ipocrisia occidentale, in questi giorni, ha raggiunto livelli e toni da vera e propria propaganda di guerra. Con il “la” dato dal sionismo e da Israele, il “mondo democratico” occidentale collabora a cancellare anche la sola esistenza dei palestinesi. Finge preoccupazione per le conseguenze sui “civili” con l’ingresso dell’esercito israeliano a Gaza, in realtà è impensierito dalla non remota possibilità che il conflitto si estenda oltre Gaza e la Palestina, divenendo un ulteriore fattore di disgregazione nel quadro del “nuovo disordine mondiale”.

La “chiamata alle armi” contro Hamas, lanciata sia da “sinistra”, sia da destra (1), vorrebbe occultare 75 anni di pulizia etnica contro i palestinesi operata dal sionismo e dallo stato israeliano.

Vorrebbe nascondere 75 anni di apartheid; di repressione; di espulsione dal territorio; di furto e/o distruzione delle terre e delle case; di imprigionamenti e detenzioni spesso senza processo; di posti di blocco; di muraglie; di doppia legislazione (una per gli israeliani, una per i palestinesi, quest’ultima militare); di uccisioni ed esecuzioni in casa, per strada, senza distinzioni di sesso, età, se armati o disarmati; di coloni armati che contravvenendo alle stesse leggi israeliane occupano con la forza aree palestinesi, subito appoggiati dall’esercito; di accordi internazionali sottoscritti e subitaneamente calpestati e disattesi; di sistematica violazione delle risoluzioni dell’Onu; ….

Ma oggi tutti i palestinesi devono anche pagare tutti perché Hamas con il suo attacco ha osato opporsi e dimostrato che l’oppressore israeliano non è invincibile, ha ricordato che i palestinesi ci sono, esistono, e che non c’è alcuna soluzione senza di loro che non sia il loro genocidio.
Esclusione e negazione dei palestinesi che sono la caratteristica fondamentale delle iniziative diplomatiche internazionali per la pace in Medio Oriente di questi anni, comprese quelle condotte dai paesi arabi “amici” della causa palestinese.

Alle “anime belle” che difendono i valori democratici solo per alcuni, che si indignano per la barbarie degli altri, ma soprattutto a quanti hanno a cuore la causa della Palestina e degli sfruttati, noi diciamo che non ci nascondiamo che Hamas con l’attacco del 7 ottobre si è resa responsabile anche di una barbarie uguale, complementare, a quella israeliana, ad esempio nell’assalto al rave “Nova Festival”.

Hamas è un’organizzazione politica reazionaria, contraria all’emancipazione sociale, ma che rappresenta e organizza i palestinesi di Gaza e non solo, contro l’oppressione coloniale israeliana. Sarebbe stupido chiedere ad Hamas di essere comunista e internazionalista, di adoperarsi per realizzare un difficilissimo legame tra proletari e oppressi palestinesi e proletari israeliani, per una comune liberazione, che è il nodo gordiano della questione palestinese.
I nazionalisti islamici, come i nazionalisti sionisti, sono nemici acerrimi di questa prospettiva, che è rivoluzionaria, solidale ed internazionalista. Ed è da questo punto di vista di classe che vanno valutate ed affrontate le scelte e le strategie anche di chi lotta, per promuovere un più avanzato fronte di tutti gli oppressi.

Quello che oggi ci preme innanzitutto è ribadire la necessità di schierarsi risolutamente con le masse palestinesi, senza se e senza ma, ben sapendo che il sionismo e lo stato capitalista di Israele stanno portando alla rovina, in una spirale di morte e di sangue, israeliani e palestinesi. Sarebbe ora di finirla.

Preannunciando la preparazione di un’iniziativa pubblica sulla Palestina (15-11-2023), in presenza e on line, e la pubblicazione di alcune prese di posizione di israeliani ed ebrei contro Israele e la sua politica, che vanno nel medesimo senso di quanto noi stiamo sostenendo, chiudiamo citando il post di un israeliano, a commento di un articolo di Gideon Levy pubblicato sul giornale israeliano Haaretz.

Il post del 14 ottobre è di un israeliano di nome Hirsch, non possiamo sapere se effettivamente il suo autore sia stato là dove dice, ma il senso è comunque profondamente condivisibile, se non si affermerà in Israele una prospettiva diversa e si porrà fine al colonialismo, al sionismo, all’oppressione dei palestinesi.

“La progressiva distruzione del ghetto di Gaza riporta alla memoria la distruzione del ghetto di Varsavia 80 anni fa. Successe mentre ero un bersaglio facile con una stella gialla a Dachau KZ. Sono sopravvissuto solo per arrivare alla stessa conclusione di Gideon Levy in questo articolo: “Non abbiamo imparato nulla”. E io aggiungo: “E non lo faremo mai”. Sembra che dovremo dimetterci dalla razza umana. E’ tutto, tutto qui.”(2)

Il capitalismo, i suoi stati, i suoi governanti (di tutti i -sic!- poli) stanno portando l’umanità alla catastrofe, se il proletariato internazionale non lì fermerà, ribellandosi. Ricordiamoci che se le bombe oggi cadono su Gaza, sono indirizzate contro tutti gli oppressi.

Note:
(1) Anche gli eredi dell’antisemitica e fascista “Difesa della razza”, rivista razzista pubblicata dal 1938 al 1943, di cui fu segretario di redazione Giorgio Almirante, fondatore del MSI, sono impegnatissimi nella campagna, tra di essi l’anti arabismo e l’anti islamismo sono ormai ben più radicati che l’anti ebraismo.
(2) https://www.haaretz.com/opinion/2023-10-09/ty-article-opinion/.premium/israel-cant-imprison-2-million-gazans-without-paying-a-cruel-price/0000018b-1476-d465-abbb-14f6262a0000

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Mobilitazioni contro la Guerra

Disfattismo e antimilitarismo

Venerdi 20 ottobre sciopero generale indetto dai sindacati di base, sabato 21 ottobre manifestazioni contro la guerra a Ghedi (BS), San Piero a Grado (PI) e Palermo.
Ovviamente invitiamo a mobilitarsi e a partecipare, ma sostenendo la necessità del disfattismo nella guerra in corso in Ucraina, contro l’imperialismo russo e contro il blocco imperialista USA – Europa – Nato, contro la prospettiva di guerra globale inter-capitalista, mondiale, aperta con questa guerra.

Oggi a più di un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, in Italia, ma anche negli altri paesi occidentali, non c’è una mobilitazione di massa permanente contro la guerra. Non solo, l’Italia da tempo è di fatto in guerra (fornisce armi, addestramento e basi per attività collegate alle operazioni belliche in Ucraina), ma l’intervento antimilitarista non pone come elemento centrale la contrapposizione disfattista alla guerra in corso.
Nelle mobilitazioni e iniziative vengono sollevati una serie di obiettivi come il rifiuto di nuove (e vecchie) basi militari, la denuncia del crescente militarismo nelle scuole, il contrasto al riarmo e al commercio d’armi, l’opposizione alla militarizzazione dei territori, … tutti da sostenere, ma collegandoli tra di loro nel quadro generale di un rifiuto disfattista della guerra in Ucraina e della politica di partecipazione ad essa del governo italiano.

Per questo invitiamo ad una partecipazione sostenendo il disfattismo e l’antimilitarismo internazionalisti, rivendicando anche la concessione automatica dell’asilo politico a quanti in Russia e in Ucraina scappano per non andare in guerra, asilo che non è concesso da alcun paese europeo.

NOI DA MILANO IL 21 SAREMO A GHEDI
Concentramento piazza Roma, Ghedi, ore 14.00

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La guerra in Ucraina non va in vacanza

archivio primo moroni – calusca city lights – csoa cox 18
via Conchetta 18 milano (MM2 Romolo – bus 90/91 e 47)

venerdì 15 settembre 2023
ore 20.30

 

500.000 tra morti e feriti,
migliaia di mutilati:

la guerra in Ucraina
non va in vacanza.

 

A che punto è la notte?

Mentre l’alba è lontana
il disordine mondiale aumenta.

Ne parliamo con Sandro Moiso

 

a cura del
“Centro di documentazione contro la guerra”

il podcast dell’incontro lo trovate qui

https://archive.org/details/la-guerra-in-ucraina-non-va-in-vacanza.-a-che-punto-e-la-notte-15-09-2023
 

La guerra “per procura” in Ucraina tra Russia da un lato e USA – Nato dall’altro, condotta sulla pelle sia della popolazione e dei proletari ucraini, sia dei soldati di leva russi, prosegue, mietendo sempre più vittime.

 

Il nuovo disordine mondiale si diffonde, la guerra commerciale – per ora – alla Cina, Taiwan, i BRICS, l’India che non invita l’Ucraina al G20, … sono tanti segnali della dinamica centrifuga che sta minando sempre più il vecchio ordine imperialista fondato sul predominio USA.

 

Vogliamo discutere di questo, ricordandoci che la guerra è anche “controrivoluzione preventiva”, una pressione senza precedenti per far schierare il proletariato col “proprio” capitalismo e inquadrarlo sui fronti di battaglia.

 

Vogliamo discuterne pensando anche alle mobilitazioni contro la guerra previste per i prossimi mesi, in cui il disfattismo, la contrapposizione ad entrambi gli schieramenti della guerra in Ucraina, non è un obiettivo di fondo acquisito e condiviso.

 

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Uniamo le forze, guerra alla loro guerra!

Il Centro di Documentazione ha aderito e invita a partecipare all’assemblea “Uniamo le forze, guerra alla loro guerra!” che si terrà a Milano domenica 11 giugno dalle 10 alle 17.30 presso l’Auditorium Teresa Sarti Strada, via Ca Granda 19. (Come raggiungere l’Auditorium: dalla stazione centrale FFSS, con il tram 5 che parte da piazzale Duca d’Aosta, davanti alla stazione – si scende a viale Ca’ Granda, oppure con la M3 fino alla fermata Zara, e si prosegue con il bus 51 fino a viale Ca’ Granda). Nel caso fosse possibile seguire l’asseblea on line e/o in streaming lo segnaleremo qui sul sito.

Materiali utili per l’assemblea contro la guerra in Ucraina

Rilanciare l’iniziativa di classe e internazionalista contro la guerra imperialista in Ucraina, l’appello di convocazione dell’assemblea degli organizzatori. Qui

Rilanciare l’iniziativa di classe, internazionalista contro la guerra imperialista in Ucraina e la preparazione di un nuovo massacro mondiale, la dichiarazione completa degli organizzatori. Qui

Disfattismo e antimilitarismo, unica risposta di classe possibile alla guerra in Ucraina.
è il nostro contributo alla discussione per l’assemblea dell’11 giugno. Qui

 

La guerra tra NATO e Federazione Russa in Ucraina si intensifica di giorno in giorno.

In tutto il mondo prosegue una colossale corsa agli armamenti.

Il governo Meloni e i padroni in Italia ci impongono sacrifici per sostenere la guerra e l’invio di armi.

Come possiamo lottare efficacemente contro la loro guerra, contro il coinvolgimento sempre più diretto promosso dal governo Meloni?

Diamo il nostro contributo a sviluppare un grande movimento di lotta contro la guerra, discutiamone insieme a Milano l’11 giugno.

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